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UBS, miglior investment bank in Italia

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UBS è la miglior investment bank in Italia per Euromoney. La banca svizzera ha comunicato infatti di aver vinto cinque degli Euromoney Awards for Excellence 2017: Best Bank in Svizzera per il sesto anno consecutivo, Best Bank per il Wealth Management in Nord America, Best Bank per l'Advisory in Europa, Best Investment Bank in Svizzera e Best Investment Bank in Italia.

 

Il premio italiano testimonia la grande attenzione del Gruppo – guidato da Sergio Ermotti – nei confronti del paese. Il team affiatato di professionisti di Investment Bank, guidato a livello globale da Andrea Orcel e in Italia da Riccardo Mulone, ha seguito negli ultimi anni operazioni di rilievo quali l'aumento capitale di UniCredit, la quotazione, in veste di sole global coordinator, di Ferrari, l'acquisto per conto di Dufry di World Duty Free, la vendita di Bank Pekao da parte di UniCredit, la vendita di Setefi da parte di Intesa Sanpaolo, la vendita di Sisal da parte di un consorzio di private equity, l'ingresso di Juan Carlos Torres e Temasek nella holding di Moncler, per citarne alcune.


Senatore Marino: "La consulenza Mifid non è per pochi eletti"

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Il presidente dell'Organismo per la vigilanza e la tenuta all'Albo unico dei Consulenti Finanziari (OCF), Carla Rabitti Bedogni è fiduciosa sulla conclusione dell'iter per il passaggio delle funzioni di vigilanza dalla Consob a OCF entro giugno 2018 anche perché, come spiega ad Advisoronline, "dai tavoli tecnici che abbiamo realizzato per arrivare a individuare un'organizzazione della vigilanza, è emerso di fondo una voglia di vigilanza efficiente, sia da parte dei consulenti finanziari abilitati, sia da parte dei consulenti finanziari autonomi". 

 

Un clima che ha messo l'OCF in condizione di avviare un dialogo costruttivo con Camera e Senato, e "la relazione di quest'anno apre la porte a un ruolo più istituzionale dell'Organismo" conferma ad Advisoronline il senatore Mauro Maria Marino che non si sbilancia sui tempi di chiusura dell'iter che porterà al passaggio di consegne tra Consob e OCF, ma si mostra ottimista e invita tutti ad ampliare il proprio raggio d'azione: "non dobbiamo limitarci ad analizzare la Mifid II esclusivamente sulla base degli effetti sull'operatività dei consulenti finanziari, serve un respiro più ampio che porti tutti gli attori coinvolti a cogliere il principio che accompagna la direttiva europea: la tutela del risparmio" chiosa Marino che ammette di "lavorare per sensibilizzare gli attori del mercato a temi ben più ampi dei normali orizzonti di business. Solo se condivideremo tutti gli stessi orizzonti raggiungeremo un risultato importante, per l'industria, per i risparmiatori e per l'intera società". 

 

Ed è fuor di dubbio che dopo l'entrata in vigore della prima Mifid abbiamo registrato uno sviluppo importante della consulenza finanziaria, ma rimane alto il rischio che la consulenza finisca con l'essere un servizio riservato ai grandi patrimoni. "Esiste questo rischio" ammette Marino "anche perché al momento l'obiettivo dell'industria è stato quello di creare le condizioni per cui la consulenza finanziaria potesse essere retribuita. Ma se ci si limita a questo aspetto il rischio è aprire la via della consulenza solo ai grandi patrimoni, mentre chi non ha le disponibilità economiche sarà spinto a cercare vie alternative che, al momento, sembrano arrivare dal fintech".

 

Ed è un male? "No, ma è un fenomeno da monitorare" risponde il senatore. "Affidare la gestione dei propri risparmi esclusivamente a un algoritmo può produrre danni. L'algoritmo è per sua natura quantitativo ed è impensabile credere di poter affidare la gestione dei propri patrimoni esclusivamente ad un meccanismo che può presentare gli stessi limiti, ad esempio, di un motore di ricerca su Internet. Proiettare queste logiche nella consulenza finanziaria non credo sia la soluzione".

 

Rimane però il nodo dei costi che rischiano di essere troppo elevati quando si parla di consulenza finanziaria, e la capacità da parte dei singoli risparmiatori di valutare la qualità di un servizio di consulenza finanziaria resta ridotto. In questo scenario l'approdo al fintech appare quasi inevitabile. "Proprio per questo, e per evitare di demonizzare il fintech, credo sia importante lavorare parallelamente sullo sviluppo del mercato della consulenza finanziaria e sull'educazione finanziaria dei cittadini. Come ho ricordato nel mio intervento durante la relazione annuale dell'OCF, nel Regno Unito è stato dimostrato che un cittadino più informato e più consapevole registra un incremento del suo reddito previdenziale mediamente di 3.000 sterline. Non solo" continua Marino. "Sono convinto che i consulenti che sapranno raccogliere la sfida di servire i clienti più deboli e proveranno ad avvicinare al percorso della consulenza patrimoniale anche le fasce basse o medio-basse, non solo registreranno una crescita del proprio portafoglio personale ma anche, e soprattutto, miglioreranno la qualità della vita dei loro clienti e avvieranno un circolo virtuoso positivo per il Paese".

 

Una strada lunga e non semplice, ma "bisogna insistere" chiosa il senatore che considera la Mifid II, da questo punto di vista, "un aiuto": "la direttiva aiuta perché spinge molto sul tema dell'educazione finanziaria e della formazione professionale dei consulenti, due elementi che devono andare di pari passo. Gli attori che saranno in grado di recepire questo cambiamento e investiranno in questa direzione otterranno diversi vantaggi. Coloro che non raccoglieranno questa sfida perderanno delle opportunità" conclude Marino.

Gestore della settimana: Pictet AM, ci fidiamo dell'Europa

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Come può un fondo long short che investe sull'Europa essere un buon alleato per gli investitori? Lo abbiamo chiesto a Philippe Sarreaugestore del nuovo fondo Pictet-Corto Europe Long Short che spiega quali sono le aspettative nei confronti del mercato equity del Vecchio Continente.

 

1) Phillippe Sarreau il suo comparto Pictet Corto Europe long short è l’ultimo nato nella gamma d’offerta di Pictet, di cosa si tratta?

Pictet Corto Europe Long Short è un comparto azionario specializzato sui titoli europei. La strategia applica un modello basato sul ciclo di vita delle aziende, analizzando il rapporto tra capitale investito nell’attività produttiva e il suo effettivo rendimento. Il confronto ottenuto aiuta a capire quali aziende stanno portando beneficio ai propri investitori (e che quindi possono essere oggetto di investimento), rispetto a quelle che stanno “bruciando” capitale (sulle quali magari il gestore costruisce una posizione “corta”). La strategia non è nuova, ma è nata nel 2006 all’interno di una nostra SICAV dedicata alla clientela istituzionale. Gli ottimi risultati ottenuti negli anni, sia in termini di performance che di volatilità, ci hanno spinto a rendere la strategia disponibile anche alla clientela privata italiana.

 

 

2) Perché un fondo azionario long short europa nell’attuale contesto di mercato?

Il mercato azionario europeo offre importanti opportunità di investimento. Grazie alla liquidità fornita dalle banche centrali, gli ultimi anni hanno visto un andamento positivo abbastanza generalizzato dei titoli azionari. Con la progressiva diminuzione della liquidità disponibile ci aspettiamo che da un lato ci sia più attenzione alla scelta dei titoli su cui investire, e dall’altro che si possano concretizzare delle fasi di forte volatilità e caduta dei prezzi. Un comparto long short trae beneficio in entrambi gli scenari, in quanto fa della selezione dei titoli la sua arma di creazione di valore e la possibilità di andare “corto”, e quindi ad avere una posizione netta sul mercato mitigata, aiuta a contenere la volatilità

 

3) Cosa possiamo attenderci nei prossimi mesi dal mercato azionario europeo?

In generale ci attendiamo un andamento positivo del mercato azionario nei prossimi mesi, dato che in generale i titoli non sono sopravvalutati ed ultimamente stanno uscendo dati incoraggianti sulla crescita economica in Europa. Tuttavia, sia la situazione geopolitica che l’avvento di una politica più restrittiva da parte della Banca Centrale, potranno portare a situazioni di volatilità.

UBI Pramerica SGR lancia due fondi bilanciati a cedola

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UBI Pramerica SGR lancia due nuovi fondi bilanciati obbligazionari con cedola. Sono il fondo di fondi multimanager UBI Pramerica Euro Multifund, e il fondo multiasset UBI Pramerica Global Multiasset II. Entrambi i fondi sono in collocamento presso i soggetti collocatori fino al 6 settembre 2017. Il primo è un fondo bilanciato obbligazionario multimanager che investe prevalentemente in OICR obbligazionari (dal 50% al 70% del portafoglio) e in misura inferiore in OICR azionari (dal 30% al 50%). Questo nuovo strumento consente di cogliere le opportunità di rendimento più interessanti offerte dalle migliori case di gestione italiane ed estere accuratamente selezionate da UBI Pramerica SGR, che vanta già una solida expertise nella gestione di fondi di fondi. Il fondo prevede un flusso cedolare annuale: da dicembre 2018 a dicembre 2020 le cedole hanno un valore predefinito, pari all’1,50% del valore iniziale della quota, mentre per i successivi anni, in caso di performance positiva dal lancio, è previsto un flusso cedolare variabile in base all’andamento del prodotto.

UBI Pramerica Global Multiasset II, invece, è un fondo bilanciato obbligazionario che permette di investire in modo diversificato su tutte le principali asset class a livello globale. Prevede anche una componente azionaria che può variare dal 10% al 30% del portafoglio. Anche UBI Pramerica Global Multiasset II offre un flusso cedolare periodico, pari all’1% del valore iniziale della quota1 per i primi 3 anni (da dicembre 2018 a dicembre 2020) e variabile per gli anni successivi, in funzione dell’andamento del prodotto e in caso di performance positiva dal lancio.

Andrea Ghidoni, direttore generale e amministratore delegato di UBI Pramerica SGR ha commentato: “Nell’attuale contesto di mercato, connotato da una sempre maggiore complessità nella ricerca di rendimento, abbiamo privilegiato la massima diversificazione - anche su gestori terzi - e lo stile di gestione attivo che ci contraddistingue. Le nostre due nuove soluzioni, multiasset e multimanager, offrono inoltre un flusso cedolare periodico, rispondendo così a un bisogno molto diffuso tra i nostri investitori”.

Gazzoletti (Oddo BHF AM): “Ecco come cresceremo in Italia”

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“In Italia la chiave di tutto è la distribuzione, perché c’è un numero incalcolabile di professionisti che necessitano di un approccio molto specifico e difficilmente accomunabile con i modelli applicati a qualsiasi altro Paese a livello sia europeo che mondiale”. Lorenzo Gazzoletti (nella foto) direttore generale e responsabile Italia di Oddo BHF AM, ha le idee molto chiare sul modello di sviluppo da applicare al nostro Paese per proseguire nel processo di crescita che nel 2017 ha già portato a flussi per oltre 300 milioni di euro, posizionando l’Italia subito dopo i due mercati domestici di Francia e Germania nella raccolta dell’asset manager del Gruppo guidato da Philippe Oddo. “Lo sforzo di essere sul territorio – spiega Gazzoletti - viene veramente ripagato perché a differenza di altri contesti in cui la raccolta dipende spesso da un numero limitato di rapporti con multi-manager, la realtà italiana necessita della creazione di una rete capillare di relazioni con la moltitudine degli attori presenti sul territorio”.

 

Come avete deciso di agire nei confronti di una realtà così specifica?

Movimenti importanti sono partiti a settembre dello scorso anno con la trasformazione dell’ufficio di rappresentanza in succursale. Questa trasformazione nasce dalla nostra volontà di coprire gli investitori istituzionali, perché dopo le acquisizioni di Meriten e Frankfurt Trust il Gruppo ha acquisito la dimensione, le capabilities e le asset class, in particolare del comparto credito, necessarie per essere competitivi anche in questo ambito. L’immagine franco-tedesca rappresenta inoltre un forte elemento di differenziazione e attrazione anche per tutti i clienti istituzionali italiani che hanno mostrato di sapersi aprire a nuove realtà straniere che hanno avuto il giusto approccio al mercato.

 

Come si riflette da un punto di vista strategico e di team questa volontà?

Prima di tutto con l’arrivo di Alessandro Malinverno come head of institutional sales (Alessandro Malinverno arriva in Oddo BHF AM da Candriam Investor Group, dove ricopriva l’incarico di senior institutional sales, ndr) per premere sull’acceleratore e crescere velocemente anche su questo versante della clientela. Puntiamo inoltre a un forte potenziamento dei rapporti con le reti di consulenza finanziaria con un head of retail che è Giorgio Savatteri, responsabile di un team di due persone. Il cuore poi del nostro sviluppo in Italia è rappresentato da tutte le banche private, le GPM e GPF seguite da Dario Sari in quanto head of wholesale. Il cliente italiano è molto sofisticato su qualsiasi segmento perché abituato a un’estrema attenzione e a un’offerta molto ampia. Abbiamo quindi deciso di non mantenere la figura di country manager dopo l’uscita di Jurgen Mahler, ma di creare un team di professionisti di altissimo livello che possa contare su una solida esperienza e un riconoscimento da parte del mercato. Un altro fondamentale elemento strategico, che è anche uno dei cardini della nostro piano di sviluppo a livello europeo, nasce dal nostro credere fermamente nel modello multi-distribuzione. Vogliamo essere presenti su tutti i fronti, sia institutional, sia wholesale, sia retail perché è molto più ricco e interessante e perché esistono sinergie tra i vari segmenti che portano ad una ottimizzazione delle risorse utilizzate e ad una più ampia e organica prospettiva di crescita che punta al lungo periodo, come da DNA del gruppo Oddo BHF.

Ballenger, nuovo cfo EMEA di State Street Corporation

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Nuova nomina in State Street Corporation. La società ha annunciato la nomina di Melissa Ballenger (nella foto) come nuovo chief financial officer per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa (EMEA).

 

Ballenger, basata a Londra, riporterà a Eric Aboaf, global cfo di State Street, e a Jeff Conway, chief executive officer di State Street per l’area EMEA. Ballenger ha maturato una notevole esperienza professionale e ha recentemente ricoperto la posizione di chief business control officer per Santander Bank negli Stati Uniti, dove era anche CFO. In precedenza è stata executive financial controller e financial officer presso TD Bank, MasterCard Worldwide, Washington Mutual Bank e Freddie Mac.

 

Ballenger si occuperà degli aspetti relativi al finance, alla tesoreria, al real estate e al procurement per l'area EMEA, mantenendo la supervisione di tutte le funzioni di gestione finanziaria e controllo delle linee di business e delle società del gruppo nella regione. Avrà, inoltre, un ruolo chiave nell’avanzamento del progetto Beacon, l’iniziativa pluriennale di State Street nell’ambito della digitalizzazione.

Due nuovi fondi emergenti per M&G

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Due nuovi fondi targati M&G Investments.  La società di asset management ha annunciato il lancio di due nuovi fondi dedicati ai mercati emergenti; il primo focalizzato sul debito in valuta forte e il secondo sulle opportunità di generare reddito.
                 
Si tratta di M&G (Lux) Emerging Markets Hard Currency Fund che sarà gestito dallo stesso team che gestisce l’M&G Emerging Markets Bond Fund, fondo posizionato nel primo quartile dall’inizio del mandato del suo fund manager. L’approccio seguito dal gestore Claudia Calich e dal vicegestore Charles de Quinsonas unirà l’analisi fondamentale del credito a scelte macroeconomiche incentrate su forti convinzioni, per costruire un portafoglio fondato sulle “migliori idee” provenienti dall’universo di investimento del fondo. L’obiettivo del fondo è di generare un rendimento totale** maggiore rispetto a quello del mercato obbligazionario dei mercati emergenti in valuta forte su un periodo di tre anni. Almeno l’80% del portafoglio sarà investito in obbligazioni governative e quasi-governative dei mercati emergenti denominate in valuta forte.
 
Il secondo fondo è M&G (Lux) Emerging Markets Income Opportunities Fund  mirerà a fornire un reddito (4-6% p.a.) e una crescita del capitale sul lungo periodo investendo in azioni e obbligazioni societarie dei mercati emergenti. Michael Bourke, membro del team Emerging Market Equities di M&G, sarà il gestore del fondo e Charles de Quinsonas, del team Retail Fixed Interest di M&G, il vicegestore. Le obbligazioni societarie e le azioni dei mercati emergenti sono classi di attività complementari che, combinati all’interno di uno stesso portafoglio, offrono il vantaggio della diversificazione, nonché una ampia possibilità di combinare in modo ottimale gli asset capaci di generare reddito in un particolare momento. I gestori del fondo seguiranno un approccio bottom-up; le azioni detenute dal fondo saranno tutte di aziende che pagano dividendi, con un’attenzione particolare sul rendimento totale potenziale di lungo periodo. Le obbligazioni societarie saranno selezionate attraverso l’analisi dei fondamentali, valutando i  rischi finanziari e di business delle società e integrando valutazioni sul rischio sovrano.
 
Matteo Astolfi, (nella foto) country head di M&G in l’Italia ha commentato: “I mercati emergenti e le economie in via di sviluppo rappresentano il 60% del PIL mondiale offrendo agli investitori che oggi navigano un contesto di accresciuta incertezza, opportunità di rendimenti più elevati di quelli accessibili oggi nei mercati sviluppati. I nuovi fondi sfruttano le competenze e il track record comprovati dei nostri team di investimento dedicati all’azionario e al reddito fisso sui mercati emergenti, i quali vantano, insieme, oltre 100 anni di esperienza negli investimenti in queste asset class.”

Oddo BHF AM strappa un sales a Candriam Investors

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Oddo BHF Asset Management ha deciso di premere sull’acceleratore dello sviluppo in Italia della clientela istituzionale. In questo senso va letto l’ingresso nella squadra guidata dal deputy ceo e responsabile Italia Lorenzo Gazzoletti di Alessandro Malinverno (nella foto), chiamato in qualità di head of institutional sales, con il compito di contribuire a sviluppare questo particolare segmento della clientela.

"Con l’ingresso di Malinverno nel team della nostra succursale milanese - commenta Lorenzo Gazzoletti - Oddo BHF AM prosegue nella strategia di continuo sviluppo sul mercato italiano, che resta al terzo posto per importanza dopo quello francese e quello tedesco, da noi però considerati come ‘domestici’. Una strategia che, a maggior ragione dopo l’acquisizione di BHF-Bank da parte di Oddo BHF, vuole puntare a crescere velocemente anche sul versante istituzionale della clientela. E ora, con un team di sei persone a Milano, di cui due dedicate all’istituzionale e due al retail, abbiamo i numeri per potercela fare".

Malinverno arriva in Oddo BHF AM da Candriam Investor Group, società di asset management che fa capo a New York Life Insurance Company, dove ricopriva l’incarico di senior institutional sales con il compito di sviluppare le attività legate alla clientela istituzionale e ai fund buyers. In precedenza aveva lavorato come head of third parties & distribution network presso Banca Reale, per dieci anni in Fineco Gestioni SGR (in seguito fusa in Capitalia AM, poi diventata Pioneer Investments), per Crédit Agricole Indosuez SGR e per Eptafund SGR.


Algebris: entra Tommaso Cotroneo

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Algebris ha nominato Tommaso Cotroneo nuovo chief operating officer. Prima di entrare a far parte di Algebris, Cotroneo è stato global head of equity derivatives strategy e head of UK equity derivatives sales presso la sede di Londra di UniCredit. Ha maturato una lunga esperienza tra Tokyo e Hong Kong, prima come “strutturatore” per Merrill Lynch e poi con l’incarico di costruire l’equity derivatives trading and structuring desk di ANZ in Asia.

Cotroneo ha cominciato la sua carriera come Equity Derivatives Strategist per Merrill Lynch a Londra. L’obiettivo principale di Tommaso Cotroneo sarà quello di sviluppare ulteriormente la struttura e la tecnologia del risk management di Algebris, allo scopo di rendere più solide le basi per la futura crescita della società. Cotroneo riporterà a Davide Serra, Fondatore e CEO di Algebris. 
 
Davide Serra ha commentato: “L’identificazione della figura separata del CRO è in linea con i requisiti di corporate governance del settore finanziario. L’importante esperienza di Tommaso nell’ambito del risk e compliance in vari settori è inestimabile in questo periodo di transizione.” Serra ha continuato: “Sono certo che Tommaso contribuirà in modo significativo ai processi d’investimento di Algebris, rafforzando così la nostra struttura di risk e compliance.”
 
Tommaso Cotroneo ha dichiarato: “Negli ultimi anni Algebris ha avuto una crescita e delle performance fenomenali.  I mercati globali stanno entrando in una nuova fase, poiché stanno iniziando ad adattarsi alla fine del Quantitative Easing e di una politica, portata avanti nell’ultimo decennio, caratterizzata da tassi di interesse estremamente bassi.  Come CRO, lavorerò a stretto contatto con il team d’investimento e gli altri professionisti della società, con l’obiettivo, per i prossimi anni, che Algebris continui a generare performance eccezionali negli anni a venire all’interno di una struttura prudente.” Cotroneo ha poi aggiunto: “Il nostro compito nei confronti degli investitori è di generare rendimenti positivi, offrendo la maggiore protezione possibile dalla volatilità e dagli altri rischi dei mercati finanziari.”

T. Rowe Price, la crescita fa rima con tecnologia

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Due anni di attività per il fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Technology Equity. La società di gestione ha annunciato che il fondo dedicato al settore high tech celebra il traguardo dei due anni, con una performance netta pari al 22,37% dal lancio (Classe A) ed un patrimonio in gestione di quasi 460 milioni di dollari.

 

Si tratta di un risultato, per la società, di non poco conto, visto il contesto attuale caratterizzato da una crescita lenta a livello globale. Il gestore del fondo, Josh Spencer, che vanta più di 15 anni di esperienza negli investimenti tecnologici, lavora con un team globale composto da oltre 20 analisti, per identificare le società destinate a guadagnare quote di mercato tramite lo sviluppo e lo sfruttamento della tecnologia, in modi nuovi e innovativi. “In uno scenario di debolezza economica globale, il settore tecnologico è un’oasi di crescita, a prescindere dal contesto macroeconomico o politico”, ha osservato Josh Spencer, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV Global Technology Equity, aggiungendo che “L’innovazione può mandare in stallo industrie esistenti o crearne di completamente nuove. Per questo motivo, le aziende veramente innovative possono generare valore per gli azionisti sottraendo quote di mercato a competitor più lenti nell’innovare, anche in un ambiente caratterizzato da una bassa crescita. La tecnologia sta veicolando un ritmo molto veloce di creazione di nuove industrie. Per gli investitori, trovarsi dalla ‘parte giusta del cambiamento’ non è mai stato così importante. I nostri temi di investimento si basano su questo principio”.

 

Il fondo punta a identificare aziende con una solida proprietà intellettuale, elevate barriere in entrata, un ampio mercato di riferimento, fondamentali in accelerazione e soprattutto che sappiano sfruttare la tecnologia in modo nuovo e innovativo.

AlpenBank sbarca a Milano

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AlpenBank, succursale italiana con sede a Bolzano della casa madre di Innsbruck, inaugurerà un nuovo ufficio di consulenti finanziari a Milano in via Luigi Vitali. Cristiano Bella, proveniente da Unica SIM e con un esperienza decennale nel Wealth Management, nel corporate finance e nei mercati finanziari, sarà a capo della struttura, che supporterà i consulenti finanziari della banca. Primo ingresso nella struttura Federico Cenzin, proveniente da Unica SIM, che inaugura un programma importante di reclutamento di professionisti del risparmio.

Dal 2 luglio sono entrati a far parte della rete guidata dal direttore commerciale Roberto Zanin anche i consulenti operanti nel trevigiano Mattia Annovi ed Ivana Bianchin, provenienti da Hypo Tirol Bank. Recente anche l’ingresso nell`ufficio di Varese di Roberto Dal Magro, che va a rafforzare la squadra guidata da Antonio Beretta. Sono entrati nella rete commerciale: Marco Piantoni di Riva del Garda proveniente da Banca Patrimoni; Dino Lombardi a Torino, uscente da Copernico SIM e Fabrizio Ravan, operativo ad Alessandria che lascia Finanza e Futuro.

La banca ha uffici di consulenti a Milano, Roma, Bergamo, Brescia, Varese, Modena, Egna con il consulente e partner storico Ulrich Foppa, Torino e Fano. Entro la fine dell`anno verrà inaugurato anche il nuovo ufficio di consulenti a Treviso. La sola succursale di Bolzano gestisce masse per oltre un miliardo di euro e conta, tra consulenti e dipendenti interni, una rete di 52 persone. AlpenBank AG è una banca private con sede ad Innsbruck partecipata in modo totalitario dalla Cassa Centrale Raiffeisen di Bolzano (rating A3) e dalla Cassa Centrale del Tirolo (rating Baa1). AlpenBank può vantare un core Tier1 del 17,22.

Lion II Re: nuovo bond catastrofale per Generali

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Assicurazioni Generali ha stipulato un contratto di riassicurazione con Lion II Re DAC, una special purpose company irlandese, che per un periodo di quattro anni coprirà le possibili perdite catastrofali subite dal gruppo Generali a seguito di tempeste e alluvioni in Europa e terremoti in Italia. La transazione Lion II Re trasferisce parte del rischio agli investitori del bond, ottimizzando in questo modo la protezione del gruppo contro le catastrofi. Lion II Re DAC ha emesso una tranche di titoli di debito per 200 milioni di euro, al fine di finanziare gli impegni assunti ai sensi del contratto di riassicurazione. La transazione è la prima di questo tipo mai effettuata, che offre protezione di tipo indemnity contro il rischio alluvione in Europa, nonché la prima a combinare la copertura di tre diversi rischi catastrofali europei.

I titoli sono stati collocati presso investitori che operano sul mercato dei capitali, tramite un’emissione conforme alla normativa americana 144A. L’esito positivo del collocamento dei titoli di debito ILS sul mercato dei capitali ha permesso di garantire la protezione fornita da Lion II Re DAC a Generali ad un premio annuo del 3% per complessivi 200 milioni di copertura riassicurativa. Tale importo sarà restituito da Lion II Re DAC agli investitori qualora nei 4 anni di operatività della transazione non si verificassero eventi a carico delle Generali, derivanti rispettivamente da tempesta o alluvione in Europa o terremoto in Italia, in eccesso a soglie di danno prefissate per ciascuna tipologia di rischio. Lion II segue il cat bond Lion I emesso nel 2014 che copriva soltanto la tempesta in Europa e Horse Capital I del 2016 che forniva copertura sul business RCA. L’operazione consente a Generali una copertura totalmente collateralizzata con attivi di alto merito creditizio per l’intero periodo di rischio. Il Gruppo continuerà a monitorare attentamente questo mercato che ritiene rilevante per le proprie strategie di gestione del capitale e di trasferimento del rischio assicurativo.

Il group cio di Generali, Valter Trevisani, ha commentato: “Questa operazione conferma la volontà del Gruppo di proseguire la strada intrapresa nel 2014 con Lion I Re volta a trasferire una parte del rischio al mercato dei capitali attraverso delle emissioni innovative. Questo ultimo prodotto ha dimostrato di suscitare grande interesse fra gli investitori come le precedenti emissioni che permettono al Gruppo di ampliare lo spettro delle controparti, favorendo una mitigazione del rischio credito garantendo al contempo un buon livello di flessibilità”.

Il group cfo di Generali, Luigi Lubelli ha commentato: “Per Generali si tratta della terza obbligazione di tipo ILS nell’arco degli ultimi tre anni e il successo riscosso fornisce un’ulteriore conferma della sua ormai consolidata presenza nel mercato ILS. Il ricorso a questo strumento, e più in generale a tecniche alternative per il trasferimento di rischi, anche con finalità di gestione efficiente del capitale, è parte integrante dell’approccio flessibile e innovativo con cui il Gruppo intende implementare la propria strategia sul capitale”.

Carmignac, nessuna bolla sul tech

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Il settore tech è risultato uno dei principali beneficiari dello scenario di scarsa crescita degli ultimi anni. Ad affermarlo è David Older (nella foto), responsabile azionario di Carmignac che nella sua ultima nota evidenzia come "I titoli tecnologici orientati alla crescita si scambiano con un premio rispetto ai multipli relativi agli utili. Tuttavia, con uno scenario caratterizzato da una crescita globale relativamente bassa e da modelli di business dirompenti, riteniamo che queste valutazioni siano giustificate".

 

E nonostante la contrazione recente sono lontani i timori di una bolla. "Oggi non vediamo rischi di bolla del settore tecnologico sui mercati, come invece accadde nel 2000. Attualmente, i maggiori player del tech sono piattaforme con “iperscala” globale, caratterizzate da una forte crescita. Inoltre le società generano saldi di cassa elevati, che permettono loro di investire massicciamente nella crescita organica futura o attraverso acquisizioni. Per quanto riguarda le valutazioni, considerando gli indici price/earnings to growth (PEG), il settore IT resta piuttosto attraente" continua Older.

 

Cosa aspettarsi quindi dal settore? Per Older ci sarà un consolidamento dell'industria. "Un contesto fiscale e regolamentare di supporto, unito a un’economia globale in crescita, agirà probabilmente da catalizzatore per operazioni di M&A su larga scala. Ora che i funzionari incaricati degli aspetti regolamentari dell’amministrazione Trump si sono insediati al Dipartimento di Giustizia (DoJ) e alla Federal Communication Commission (FCC), prevediamo che l’acquisizione di Time Warner da parte di AT&T possa essere approvata, portando a ulteriori fusioni, come quella molto attesa tra Sprint e T-Mobile, rispettivamente al terzo e quarto posto della classifica statunitense del settore wireless. Prevediamo che a queste operazioni ne seguiranno altre. La nostra esposizione nel comparto tech è stabile dall’inizio dell’anno. I nostri investimenti nei giganti del Web (in parte su Facebook, Amazon, Tencent, mentre stiamo uscendo da Microsoft) hanno generato rendimenti positivi e stiamo investendo in nuove società. All’inizio dell’anno abbiamo aperto posizioni su ASML e NVIDIA, che riteniamo essere le società meglio posizionate per capitalizzare sulla base dei trend in rapida crescita nel segmento dell’edge computing. Abbiamo aperto anche posizioni nella piattaforma di gioco Activision, con l’obiettivo di capitalizzare sul crescente interesse globale nel settore e-sport" continua il responsabile azionario del gruppo.

 

Quindi quale approccio? "Gli investitori devono essere selettivi in questo caso, poiché il minimo segno di rallentamento della crescita può sfociare in una netta diminuzione delle valutazioni. Preferiamo aziende di software che utilizzano la tecnologia cloud, come ServiceNow (NOW), caratterizzate da esecuzione costante rispetto a un mercato di riferimento globale immenso, e che possono essere obiettivi di acquisizioni da parte di operatori solidi del settore che mirano a rinforzare la propria esposizione al cloud aziendale (GOOG, ORCL, CRM, MSFT)" suggerisce e conclude l'esperto di Carmignac.

Reclutamenti: tris di ingressi in Fineco

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Prosegue il progetto di rafforzamento della rete dei personal financial advisor Fineco, coordinata dal direttore commerciale Mauro Albanese (nella foto), che punta alla crescita organica, ma anche sul reclutamento di professionisti di elevato standing, in grado di gestire le esigenze di una clientela in continua crescita e dalle richieste sempre più sofisticate. Tra gli ultimi ingressi, si segnalano: in Lombardia Piernicola Diamanti Lelli, professionista con una lunga esperienza nel settore finanziario, rafforza il team del group manager Eugenio Ceresole, coordinato dall’area manager Stefano Amadei.

Angelo Cocco si unisce alla struttura dell’area manager Giovanni Pacifici, entrando a far parte della squadra del group manager Alessandro Notaro in Abruzzo, dopo un’esperienza in Banca Euromobiliare. Infine Nicola Mastrosimone, ex Allianz Bank, entra nel team del group manager Vincenzo Peluso in Campania, sotto il coordinamento dell’area manager Giosuè Longobardi. 

Donne e Finanza, in UK le premiano

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Si è svolto il 29 giugno scorso a Londra, ed è stata una bella festa per festeggiare le donne nella finanza. Stiamo parlando dell'iniziativa Women in Finance Award che ha premiato tutte le società che si sono contraddistinte nel mondo finanziario per l'attenzione e la cura dedicata al tema del gender equality. E' stata la prima edizione, ma la volontà è quella di ripetere questa iniziativa anche nei prossimi anni.

 

Nell'edizione del 2017, ecco i nomi di chi si è contraddistinto:

- Rising Star: Gaia Mazzucchelli, MSCI;

- CFO: Carolyn Sims, Cazenove Capital Management;

- Specialist Investor: Priyanka Karunanithi, BGF Ventures;

- Fund Manager: Claudia Calich, M&G Investments;

-Wealth Management Professional: Mary Anne Daly, Cazenove CM;

- Financial Adviser: Mary Waring, Wealth for Women;

-Banker: Maria Harris, Atom Bank;

-Employer: Columbia Threadneedle.

 

ANCHE ADVISOR STA DEDICANDO GRANDE ATTENZIONE AL TEMA DELLE DONNE IN FINZANZA CON L'INIZIATIVA CF AL FEMMINILE. SE NON CONOSCI IL GRUPPO E LA SUA MISSION, CLICCA QUI PER SCOPRIRNE DI PIU' ED ENTRARNE A FARE PARTE!


Anima: da inizio la raccolta è di 1,7 miliardi di euro

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Anima chiude il mese di giugno 2017 con una raccolta positiva per circa 290 milioni di euro, per un totale da inizio anno positivo per circa 1,7 miliardi di euro. Il totale delle masse gestite a fine giugno 2017 è di oltre 75 miliardi di euro, con un aumento di circa il 5% sul dato di fine giugno 2016. “Anche il mese di giugno conferma il trend positivo di raccolta e in particolare il recupero del canale retail dove stiamo assistendo ad un ritorno alla normalità anche grazie ai recenti interventi sul settore bancario” ha commentato Marco Carreri, a.d. di Anima Holding e Anima SGR.

Il cda di Anima Holding ha nominato in data odierna per cooptazione Antonio Colombi, in sostituzione di Luigi Ferraris. Colombi, 47 anni, è attualmente in Staff al ceo del gruppo Poste Italiane, dopo aver ricoperto il ruolo di responsabile IR di Terna dal 2007 al 2017, e con esperienza pluriennale nel settore dell’asset management come analista finanziario e gestore di fondi azionari.

Intanto, si torna a parlare di una nuova aggregazione dopo la fallita acquisizione di Pioneer da Unicredit da parte della cordata italiana (Poste Italiane-Anima Sgr-Cassa Depositi e Prestiti), finita poi alla francese Amundi. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, Banca Popolare di Milano, Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane e Anima SGR stanno studiando un’aggregazione per dare vita ad un big tricolore dell’asset management con masse amministrate pari a 170 miliardi di euro che si posizionerebbe così per dimensioni subito dopo Intesa Sanpaolo e Amundi-Pioneer.

L’aggregazione prevederebbe tre passaggi da realizzare a breve: il conferimento di Aletti Gestielle SGR in Anima SGR da parte di BancoBpm (dietro un corrispettivo superiore al mezzo miliardo di euro), a cui seguirà quello di BancoPosta Fondi SGR da parte di Poste che a ruota dovrebbe cedere circa metà della propria partecipazione in Anima SGR alla Cassa. Il nuovo polo dovrebbe avere una capitalizzazione tra i 3 e i 4 miliardi rispetto agli 1 ,97 miliardi dell’attuale capitalizzazione di Anima SGR.

In Italia i clienti HNWI sono oltre 300 mila

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La ricchezza finanziaria privata continua a correre in tutto il mondo: a livello globale la corsa di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari ha portato il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari alla cifra di 166.500 miliardi di dollari. Rispetto al 2015 si tratta di un incremento del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l’anno precedente. Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti. Lo mette in luce il report “Global Wealth 2017: Transforming the Client Experience” di The Boston Consulting Group (BCG), giunto alla 17esima edizione. L’aumento della ricchezza privata è avvenuto a tutte le latitudini, ma ancora una volta è stata l’area dell’Asia-Pacifico a segnare lo sviluppo più rapido: l’incremento è stato del 9,5%, inferiore a quello a due cifre degli anni passati (la media 2011-2015 era stata del 12%) ma tale da prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell’Europa occidentale come secondo mercato più ricco.

L’area con Stati Uniti, Canada e Messico ha segnato un incremento robusto, +4,5%, superiore a quello dell’Europa occidentale, pari al +3,2 per cento. Per queste due regioni, così come per America Latina e Medio Oriente e Africa, l’andamento nel 2016 è stato migliore rispetto all’anno precedente. L’Italia conta 307mila famiglie milionarie, pari all’1,2% del totale, che possiedono il 20,9% della ricchezza finanziaria italiana. Nel 2021 saranno 433mila, l’1,6% del totale e con uno stock pari al 23,9 per cento. A livello globale il numero di famiglie milionarie è cresciuto in un anno del 7%, arrivando a quota circa 18 milioni. Si tratta dell’1% delle famiglie, che detengono il 45% della ricchezza. Negli ultimi anni, per contrastare una costante riduzione dei ricavi e salvaguardare la profittabilità, i wealth manager si sono concentrati sulla riduzione dei costi. In questo ultimo anno è stato però osservato un cambiamento significativo, invece di sfruttare la riduzione dei costi come soluzione a breve termine, alcuni wealth manager hanno spostato la loro attenzione sul lungo termine, iniziando a utilizzare questi fondi per investire nel modello di business del futuro, un modello digitalizzato e verticalmente disintegrato.

Lo studio evidenzia come un nuovo approccio al digitale sia un fattore chiave per avviare questo cambiamento e posizionarsi davanti ai competitors nel lungo termine. Alla base di questo, la ridefinizione dei client journey (percorsi per i clienti). Il client journey 2.0 permetterà di focalizzare l’attenzione sui momenti chiave per il cliente ed allineare tutte le capacità e i processi per poter offrire i servizi giusti al momento giusto. “Mentre la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa, del 3,2%, l’Italia ha registrato una leggera battuta d'arresto riconducibile principalmente a riduzione di valore (cosiddetto effetto mercato) delle partecipazioni azionarie dirette e degli investimenti obbligazionari che avevano come controparte istituzioni finanziarie" dichiara Edoardo Palmisani, Principal di BCG.

Bond: come gestire un portafoglio durante il rialzo dei tassi

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Nel 2017 la Fed procederà con un altro rialzo dei tassi e inizierà a ridimensionare il proprio bilancio verso la fine dell'anno. È la previsione di Capital Group che crede, tuttavia, che queste azioni debbano mettere in agitazione gli investitori obbligazionari. "Crediamo che questa strategia di rialzo graduale dei tassi si manterrà invariata in futuro, in parte perché la Fed è anche interessata a inasprire la politica monetaria riducendo progressivamente le attività del proprio stato patrimoniale, acquistate per immettere liquidità nei mercati durante la crisi finanziaria del 2008-2009 e per stimolare l'economia statunitense fino al 2014" spiega Mark Brett, gestore del portafoglio obbligazionario di Capital Group.

"Dopo un nuovo aumento in autunno, non prevediamo altri rialzi dei tassi fino al prossimo anno perché la Fed inizierà piuttosto a liberarsi degli asset nell'ambito del piano di riduzione del suo imponente bilancio da USD 4.500 miliardi" prosegue il gestore. Ma come si traducono queste previsioni in principi di costruzione del portafoglio? Le strategie possono essere tre per il gestore. Eccole: 

Non temere la duration:
La Fed controlla soltanto i tassi a breve termine e i rendimenti a lungo termine resteranno probabilmente ancorati, perciò a nostro avviso gli investitori non dovrebbero temere nessuna duration. Non esortiamo gli investitori ad assumere duration eccessive, sotto forma di obbligazioni trentennali, ma pensiamo che una duration intermedia possa essere interessante e ragionevole in un portafoglio bilanciato. Perché il rischio di tasso di interesse possa arrivare a costituire un motivo di preoccupazione, è necessario che si verifichi un cambiamento radicale della situazione attuale della politica monetaria o dell'economia in generale, ad esempio la crescita improvvisa dell'economia globale a un ritmo più sostenuto rispetto alle attese o un brusco aumento dell'inflazione. Nessuno dei due casi ci sembra plausibile.

Restare ben bilanciati:
Perché i tempi di normalizzazione dei tassi e delle dimensioni del bilancio della Fed sono così lunghi? Date le modeste previsioni di crescita attuali e il livello significativo di incertezza che permane a livello globale, la Fed teme che un inasprimento aggressivo possa ostacolare la ripresa economica. Pertanto, a nostro avviso, gli investitori dovrebbero mantenere un portafoglio bilanciato composto sia da azioni che da titoli obbligazionari, in particolare con una scarsa correlazione con le azioni.

Non lasciarsi tentare da esposizioni creditizie eccessive:
Negli ultimi trimestri, il credito ha segnato un'impennata con il prosperare del mercato azionario. Le obbligazioni investment grade e high yield hanno avuto entrambe solidi rendimenti, spingendo alcuni investitori verso fondi con esposizioni creditizie considerevoli. Tuttavia, quando il trend del mercato azionario si invertirà, calerà anche il valore di molti di questi fondi. Ciò potrebbe cogliere di sorpresa gli investitori che si aspettano da questi fondi obbligazionari un effetto di diversificazione contro il ribasso dei mercati azionari.

Janus Henderson strappa un gestore a Mercer

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Janus Henderson Investors rafforza il team di gestori annuncia l’ingresso di un nuovo gestore nel team multiasset. Si tratta di Dean Cheeseman che opererà dalla sede di Londra. Cheeseman arriva da Mercer, dove è stato lead portfolio manager con responsabilità delle strategie istituzionali attive per oltre 5,8 miliardi di dollari. Con oltre vent’anni di esperienza sui mercati finanziari ha lavorato per società come F&C Asset Management e Morgan Stanley.

Dean riporterà a Paul O’Connor, head of multi-asset di JanusHenderson Investors. "Conosco Dean da molti anni e credo che la sua esperienza sarà un valore aggiunto per il nostro team” ha commentato O'Connor. “Grazie alle abilità dimostrate sia sul fronte dell’asset allocation sia nella selezione dei fondi, ha ottenuto risultati sorprendenti. La sua comprovata capacità nella gestione delle diverse asset class sarà preziosa per il nostro team, il cui obiettivo principale è saper sfruttare le molteplici opportunità di crescita che il business Multi-asset è in grado di offrire".

Il nuovo ingresso fa seguito al recente incarico assunto da Nick Harper, nominato portfolio manager e specialista nell’asset allocation. Chris Forgan, gestore, membro del team, lascerà il suo incarico all'inizio di agosto. Il team Multi-asset di Janus Henderson ha oltre 150 anni di esperienza e gestisce asset per 5,1 miliardi di sterline sia per i clienti istituzionali che retail.

MiFID II: in consultazione le modifiche al regolamento intermediari

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Consob ha avviato la consultazione con il mercato finanziario sulle proposte di modifiche al regolamento intermediari relativamente alle disposizioni per la tutela degli investitori e alle competenze e conoscenze richieste al personale degli intermediari, in recepimento della direttiva 2014/65/Ue la cosiddetta MiFID II. La consultazione si chiude il prossimo 21 agosto. Le modifiche regolamentari sottoposte a consultazionei riguardano le disposizioni contenute nella MiFID II, volte a garantire la protezione degli investitori e le disposizioni concernenti gli obblighi di governance dei prodotti e la disciplina degli incentivi.

La Commissione spiega in una nota che le modifiche riguardano anche la specifica disciplina in materia di “knowledge & competence” dettata dalla MiFID II e ulteriormente dettagliata nelle Guidelines emanate dall’Esma il 17 dicembre 2015. Relativamente alla disciplina concernente la tutela degli investitori, sono state apportate al regolamento intermediari le necessarie modifiche atte ad adeguarlo alla citata fonte europea. Con riguardo alla disciplina sui contratti contenuta nel regolamento intermediari, la modifica è attuata principalmente al fine di estenderne l’ambito applicativo; infatti l’obbligo di ricorrere al contratto scritto, in coerenza con la MiFID II, viene sancito anche nei rapporti con i clienti professionali e anche nel caso in cui venga prestato il servizio di consulenza, ove sia effettuata una valutazione periodica dell’adeguatezza.

La disciplina sugli incentivi è modificata per recepire le corrispondenti disposizioni previste dalle fonti europee, primarie e secondarie. Al fine di una migliore sistematizzazione e chiarezza della disciplina applicabile, la Consob ha introdotto tre novità, con cui si dà attuazione alle previsioni riguardanti rispettivamente gli incentivi in relazione alla prestazione dei servizi di investimento diversi dalla gestione di portafogli e dalla consulenza su base indipendente, gli incentivi specificamente attinenti ai servizi di gestione e di consulenza indipendente, e la ricerca in materia di investimenti. In tema di product governance, la necessità di recepire le disposizioni della normativa europea, primaria e secondaria, ha portato all’introduzione del regolamento intermediari. Nell’ottica di meglio articolare gli obblighi derivanti da tale disciplina, sono previsti, in linea con l’approccio seguito dal legislatore europeo, due set di disposizioni differenziate applicabili, rispettivamente, agli “intermediari produttori” e agli “intermediari distributori”.

Tenuto conto del nuovo riparto di competenze regolamentari tra Consob e Banca d’Italia, è stato introdotta nel regolamento intermediari la disciplina in materia di procedure, anche di controllo interno, per la corretta e trasparente prestazione dei servizi, controllo di conformità alle norme, trattamento dei reclami, operazioni personali, gestione dei conflitti di interesse, conservazione delle registrazioni, attualmente contenuta nel regolamento in materia di organizzazione e procedure degli intermediari che prestano servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio.

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