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East capital, mercati ASEAN vicini a un nuovo rally

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Cina, India, ASEAN e frontier markets del continete asiatico rappresentano ad oggi il 70% del benchmark MSCI Emerging Market. Fondamentale dunque avere un quadro preciso delle prospettive economiche, in un momento in cui i mercati emergenti stanno progressivamente tornando all'attenzione degli investitori.

 

 

Daniele Mellana, director di East Capital, analizza l'intero comparto, partendo dalla Cina per cui si allontana ulteriormente lo spettro di un hard landing. Il rallentamento nella crescita è coerente con il processo di riforme tese all'ammodernamento del sistema economico-finanziario. Un fattore potenzialmente in grado di garantire una ripresa nel medio periodo, mentre nel breve ci si affiderà con ogni probabilità ad ulteriori stimoli fiscali. Attenzione alle riforme anche in India, dove un clima politico favorevole ha aiutato una fase di ammodernamento che ha fatto alzare le valutazioni fino ai massimi storici. 

 

 

Le migliori opportunità, insieme ai frontiers Vietnam e Pakistan, sono individuate da Mellana nei mercati ASEAN, con Indonesia, Tailandia e Filippine su tutti. Dopo i massimi di agosto e le prese di profitto degli investitori, preoccupati dai sugli utili non particolarmente positivi, le valutazioni stanno tornando interessanti e creeranno opportunità sempre più importanti da qui a fine anno.


MiFID 2: costerà a banche e asset manager 2 miliardi di euro

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La MiFID 2 costerà all'industria almeno 2 miliardi di euro. Sono le spese necessarie in IT al settore dei servizi fnanziari per adeguarsi alla nuova direttiva, che entrerà in vigore il 3 gennaio 2018. La stima è di Ihs Markit e Expand (del gruppo Boston Consulting) in un recente studio. L'introduzione della complessa direttiva, che giunge dopo anni di preparazione e la cui entrata in vigore è stata rinviata di un anno, "significa che le societa' dovranno dedicare la maggiore parte dell'anno prossimo a prepararsi al nuovo scenario normativo".

La dnuova normativa europea mira a trasformare tutti gli aspetti del settore dei servizi finanziari, in particolare migliorando la protezione degli investitori, le informazioni sugli scambi, la trasparenza e la struttura del mercato. Al momento i player del settore stanno avendo approcci diversi all'introduzione della direttiva. Secondo il rapporto, la maggior parte delle banche d'investimento punta a introdurre gran parte dei dispositivi previsti da MiFID 2 nel 2017.

Diverso l'approccio degli asset manager, dove i livelli di preparazione variano invece molto: alcuni sono pronti ad applicare a livello interno le nuove regole nel 2017, mentre altri sono ancora alle fasi iniziali. Lo studio calcola che le 40 maggiori banche d'investimento e i 400 principali asset manager spenderanno un totale di 2,1 miliardi di dollari per rispettare le linee guida del MiFID 2.

Non si arresta la fuga dai fondi azionari Europa

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Non si arresta la fuga degli investitori dalle Borse europee. I riscatti dai fondi azionari europei si avvicinano a 100 miliardi di dollari. Preoccupa l'incertezza sulla salute del settore finanziario del Vecchio Continente, tra le ultime quelle sulla crisi di Deutsche Bank, come riporta il Financial Times, visto che i fondi che investono in azioni europee hanno registrato uscite di capitale per 1,9 miliardi di dollari nell’ultima settimana.

È il 34esimo calo consecutivo. Stando ai dati di Epfr, che monitora l'andamento dei flussi dei fondi, dalla metà di febbraio i riscatti sono arrivati a un totale di 95 miliardi. Le preoccupazioni sul sistema bancario europeo, culminate in questi giorni con la crisi di Deutsche Bank, si sono man mano intensificate da inizio anno, mettendo a rischio la ripresa europea, comunque ancora debole e incerta. Secondo il quotidiano finanziario, ad acuire la disaffezione per l'azionario europeo sono state anche le banche italiane e la Brexit, considerato dagli investitori un possibile peso per l'attività economica europea.

Ma dove si sono rivolti gli investitori azionari? Nell'ultima settimana la meta privilegiata è stata l'azionario americano, con i fondi comuni ed Etf che hanno registrato ingressi di capitale per 4,2 miliardi di dollari. I fondi obbligazionari hanno aggiunto 9,2 miliardi.

Anasf, corsa a quattro per la vicepresidenza OCF

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Il D-Day per l'indicazione del nome del secondo vice presidente dell'Organismo per la vigilanza e la tenuta dell'Albo dei consulenti finanziari si avvicina. E all'interno di Anasf continuano le discussioni per individuare il possibile candidato in grado di assumersi, come ha affermato di recente Maurizio Bufi, la responsabilità di un "importante ruolo istituzionale" all'interno di OCF e di gestire al meglio le sfide che interesseranno nei prossimi anni "tutti gli operatori del mondo della consulenza finanziaria".

 

Il Consiglio Nazionale per indicare il nome da proporre in OCF è fissato per il 12 ottobre e la lista dei possibili candidati è sempre più definita. Accanto a ai nomi già emersi di Mario Castelli, sostenuto dai consiglieri di Banca Mediolanum, e Gianfranco Giannini Guazzugli, supportato dagli uomini Fideuram, emergono altri due potenziali candidati che, secondo quanto risulta ad Advisoronline, potrebbero unire una maggioranza più ampia e per questo aggiudicarsi la pole position di quella che sembra ormai essere una corsa a quattro. 

 

Il primo è Maurizio Donato, pavese in forza in Banca Mediolanum, già presidente del Collegio dei Probiviri di Anasf e iscritto all'associazione dal 1988. Il secondo conosce già le dinamiche dell'Organismo dal momento che è stato, ed è ancora, consigliere dell'OCF: si tratta di Guido Rispoli, torinese in forza presso Azimut e iscritto ad Anasf dal 1981. Il suo nome era stato indicato prima del Congresso Nazionale di Perugia come possibile candidato presidente, poi si presentò nella Lista 3 di Elio Conti Nibali e Drago Biafore. 

 

L'indicazione del prescelto potrebbe emergere già prima della fine di questa settimana.

Gestore della settimana - Gli emergenti sono da preferire in local currency

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Si torna a parlare di mercati emergenti come opportunità di investimento, dopo che il quadro macro ha iniziato a dare segnali di miglioramento. Anche se è sempre bene prestare attenzione alle aree che si esplorano e soprattutto alla qualità. Ne parliamo con Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier Investment Manager, al quale abbiamo chiesto quali prospettive oggi possono offrire i mercati emergenti."In termini di fondamentali, i mercati emergenti iniziano a mostrare un quadro positivo. Il ritmo della crescita economica in diversi mercati emergenti ha iniziato a riprendersi. La drastica compressione dei tassi d'interesse delle economie avanzate negli ultimi sei mesi ha spinto i differenziali di rendimento degli emergenti a circa il 5,2% all'anno rispetto agli Stati Uniti, e quasi al 7% all'anno rispetto alla Germania. Diventa però essenziale prestare particolare attenzione alla qualità. Dal nostro punto di vista, invece di seguire l'approccio tradizionale, gli investitori dovrebbero guardare ai fondamentali sottostanti degli emittenti, valutando ogni paese per i propri meriti invece che per la capacità di prendere prestiti, ponendo dunque la qualità al cuore della costruzione del portafoglio" spiega l'esperto.

 

E cosa preferire local o hard currency? "Con i tradizionali premi di rischio sottotono e i tassi d'interesse nelle economie avanzate ormai ai minimi storici e probabilmente destinati a restare tali per un po' di tempo, gli investitori sono obbligati a guardare altrove per generare ritorni. Riteniamo che il debito dei mercati emergenti in valuta locale offra un'interessante opportunità, sulla scorta sia dei fondamentali sia delle valutazioni" continua lo chief investment strategist del gruppo.

 

E quali rendimenti offre oggi quest'area? "Crediamo che investire nel debito dei mercati emergenti sia una scelta valida, considerata l'evoluzione di fondamentali e valutazioni in un contesto di rendimenti molto bassi nelle economie avanzate. Tuttavia, liquidità frazionata, aumento dei rischi di mercato e una crescente differenziazione tra mercati emergenti implicano che l'approccio tradizionale non sia adatto a far fronte alle sfide di oggi. Crediamo che gli investitori debbano adottare un approccio diverso, che metta la qualità al centro del processo di costruzione del portafoglio, con un approccio basato sui fondamentali e un ridotto turnover. Un approccio orientato ai fondamentali ha, infatti, generato rendimenti aggiustati per il rischio più alti negli ultimi sei anni e tende a essere più resiliente nei mercati in calo" conclude Salman.

Fondi pensione: in sette si aggiudicano i mandati Cometa

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Conclusa la gara per l'assegnazione di 8,3 miliardi di euro in gestione da parte del Fondo Cometa, il più grande fondo pensione italiano che fornisce previdenza complementare per i lavoratori dell'industria metalmeccanica, dell'installazione di impianti e dei settori affini. Il consiglio di amministrazione del Fondo ha ratificato i mandati scegliendo sette delle 35 società di gestione e compagnie assicurative partecipanti al bando.

 

 

Ecco il dettaglio dei mandati Cometa:

 Il Comparto Monetario Plus (comparto di uscita per gli aderenti prossimi a cessare l’attività lavorativa) a Allianz Global Investors GmbH, Eurizon Capital SGR S.p.A e Groupama Asset Managment Sgr Spa. Il Comparto Reddito (comparto previdenziale, finalizzato a offrire un rendimento adeguato in linea col TFR) a Allianz Global Investors GmbH, BlackRock Investment Management, Candriam Investors Group, Credit Suisse S.p.a., State Street Global Advisors assegnatari di mandati di tipo multi asset attivo total return. Il Comparto Crescita (finalizzato a consentire agli aderenti con un profilo di rischio/rendimento e un orizzonte temporale idoneo, di sfruttare la maggiore volatilità contenuta in esso) a BlackRock Investment Management, Candriam Investors Group, che opereranno sulla base di mandati di tipo multi asset attivo a rischio controllato.

 

 

"In un contesto che vede ridursi il grado di copertura pensionistica del primo pilastro - ha affermato Roberto Santarelli, vicepresidente del Fondo Cometa - spetta alla previdenza complementare il compito di rispondere in modo efficace ai bisogni dei lavoratori. Proprio a partire da questi e dal ruolo fondamentale dei fondi pensione integrativi, abbiamo chiesto ai nuovi gestori un approccio agli investimenti più attivo, in grado di ottenere rendimenti interessanti anche nell’attuale condizione di mercato, e fondato su un’attenta gestione del rischio in tutte le fasi dell’investimento, che da sempre rappresenta un aspetto fondamentale per il Fondo Cometa."

Azimut completa il processo di riorganizzazione

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Azimut Holding dà il via al processo di riorganizzazione che include la trasformazione di imprese di investimento in SGR. La società in una nota informa che è stato depositato l’atto di scissione di Azimut Consulenza SIM, la rete di consulenti finanziaria del gruppo, in Azimut Capital Management SGR. Per effetto della scissione, come già comunicato al mercato, l’intero patrimonio e tutti gli importi giuridici attivi e passivi di Azimut Consulenza SIM vengono trasferiti ad Azimut Capital Management SGR, Azimut Financial Insurance, e alla neo costituita Azimut Partecipazioni Srl. Completata anche la trasformazione di CGM Italia SIM in CGM Italia SGR.


Avendo, quindi, completato tutti i passaggi della riorganizzazione già sottoposti e approvati dalle autorità competenti, attendiamo la cancellazione da parte di Banca d’Italia del gruppo Azimut dall’albo di SIM, di cui all’art. 11 del TUF. Come già comunicato, entro 30 giorni dalla cancellazione verrà corrisposto il restante dividendo pari a 1,0 euro per azione. La società ricorda, inoltre, che per effetto di tale cancellazione e conseguente uscita dalla CRD IV, il patrimonio di vigilanza si calcolerà solo su base individuale a livello delle SGR e della compagnia di assicurazione, "con conseguente liberazione di gran parte del patrimonio, che sarà pienamente disponibile per creare valore per gli azionisti tramite acquisizioni, piani di buy-back e adeguati dividendi nei prossimi anni".

"Siamo all’ultimo miglio per poter far tornare a splendere la “stella” di Azimut come merita. Colgo l’occasione per dare pubblicamente il benvenuto a Sergio Albarelli come nuovo a.d. della holding, e per augurare un buon lavoro ad Alessandro Capeccia che verrà proposto come co-a.d., insieme a Paolo Martini, nella Azimut Capital Management SGR. Non aggiungo altro poiché come nella storia di Azimut negli ultimi 26 anni, saranno i fatti ed i relativi numeri a parlare" commenta Pietro Giuliani, (nella foto), presidente di Azimut Holding. Paolo Martini è co-direttore generale, direttore commerciale e membro del cda di Azimut Holding. Alessandro Capeccia è gestore dei fondi Azimut Arbitrage e Azimut Dinamico e membro del board di Azimut Holding.

Prove di matrimonio tra Janus Capital e Henderson

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L’industria dell’asset management si appresta a celebrare un nuovo matrimonio tra il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America. L’americana Janus Capital di Denver, nota in passato per i fondi azionari e negli ultimi anni per l’eclatante ingresso nel 2014 di Bill Gross (ex fondatore di PIMCO), ha stretto un accordo per fondersi con la britannica Henderson tramite scambio di azioni.

La nuova società, che si chiamerà Janus Henderson Global Investors, sarà controllata per il 57% da Henderson e per il 43% da Janus. L’obiettivo è raggiungere una scala maggiore e competere così in un settore dove le dimensioni sono sempre più importanti per mettere in atto economie di scala e continuare a essere profittevoli. Del resto i due asset manager sono complementari (Henderson è più forte nel Regno Unito, Janus negli USA) e assieme potranno contare su 320 miliardi di dollari di masse in gestione (il 53% negli USA, 31% nell'EMEA e la parte restante in Asia) e 2.300 dipendenti, con una presenza sui mercati diversificata in 29 paesi. L’operazione si realizzerà con uno scambio di azioni. 

Dalla fusione sono attese sinergie di costo per 110 milioni di dollari nei primi 12 mesi successivi al perfezionamento della fusione. L'operazione è subordinata all'approvazione delle rispettive assemblee degli azionisti e si prevede che sarà efficace dal secondo trimestre 2017. La nuova entità chiederà l'ammissione a quotazione al Nyse, tenendo attiva la quotazione di Henderson sul mercato di borsa australiano dell'Asx. Henderson oggi è quotata sulla borsa di Londra e su Asx, mentre Janus è sul Nyse.


Deutsche Bank pronta a licenziare 1.000 dipendenti

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Deutsche Bankè pronta a licenziare 1.000 dipendenti nelle filiali in Germania e potrebbe raggiungere un accordo con i sindacati al riguardo già la settimana prossima. Mentre la stampa tedesca riporta nel fine settimana che i vertici della banca tedesca, da settimane nell'occhio del ciclone per la sanzione da 14 miliardi di dollari decisa dal Dipartimento di Giustizia statunitense per il contenzioso sui mutui subprime, sarebbero in procinto di partire per Washington per trattare con il Governo Usa sull'ammontare della multa, a riportare la notizia del ridimensionamento dell'organico della banca tedesca è l'agenzia americana Bloomberg, che cita fonti vicine alle trattative.

I tagli rientrano all'interno del piano di ridimensionamento degli organici, annunciato l'anno scorso dall'amministratore delegato John Cryan, come parte di un piano di risparmi, che deve avere il via libera dal consiglio di fabbrica, e riguarderanno soprattutto il back-office, in particolare i servizi It. Lo scorso giugno Deutsche Bank aveva annunciato un accordo con i sindacati interni per l'eliminazione di 3.000 posti di lavoro a tempo pieno, di cui 2.500 nelle divisioni clienti privati e commerciali. Il piano annunciato da Cryan lo scorso ottobre prevede invece il taglio di 9.000 posti di lavoro in tutto il Gruppo, circa il 9% dei dipendenti a livello globale.

Stando ad alcune indiscrezioni riportate dall'agenzia francese Afp, nel fine settimana il Dipartimento di Giustizia potrebbe annunciare un patteggiamento per la vendita fraudolenta di mutui subprime avvenuta prima dello scoppio della crisi del 2008 e la multa che verrà imposta sembra si aggiri intorno ai 5,4 miliardi di dollari, molto meno dei 14 miliardi di dollari ipotizzati a metà settembre che avevano fatto scattere le vendite sul titolo della prima banca privata tedesca. Differente la versione del Wall Street Journal, secondo cui un accordo tra Deutsche Bank e il dipartimento di Giustizia americano sarebbe ancora distante, visto che nessuna delle due parti ha ancora presentato una proposta concreta. Secondo indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, le discussioni stanno procedendo, ma non sarebbero ancora arrivate a un punto tale da consentire di presentare un documento ai vertici del dipartimento di Giustizia o al Board di supervisione della banca tedesca. 

 

SocGen aggiunge un PLUS+ a tre nuovi Cash Collect

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Societe generale ha scelto l’andamento dei tassi di cambiodi real brasiliano, irand sudafricano eirublo russo come oggetto della nuova emissione di certificati Cash Collect PLUS+ su EuroTLX. Caratteristiche fondamentali del prodotto sono un premio distribuito su base trimestrale con effetto memoria, compreso tra il 6% e il 7,6% su base annua a seconda del tasso di cambio sottostante, la possibiltà di estinzione anticipata dopo un anno dal lancio e soprattutto l'effetto PLUS+ che va ad aggiungere una maggiore protezione del capitale rispetto ai Cash Collect tradizionali.

 

"Se, infatti, a scadenza - si legge nella nota diffusa da SocGen - il sottostante tocca la barriera, i Cash Collect rimborsano il valore nominale diminuito della perdita totale del sottostante. Al contrario i Cash Collect PLUS+di Societe Generale forniscono un ulteriore paracadute, rimborsando il valore nominale diminuito soltanto della differenza tra la perdita del sottostante e la barriera, che nello specifico caso di questi tre nuovi prodotti, è pari al 40%."

 

 

Vediamo il funzionamento di questi strumenti nel dettaglio. Al termine di ogni trimestre due sono i possibili scenari. Se la valuta emergente si è apprezzata o deprezzata di un valore inferiore alla barriera, fissata al 40%, il certificato riconosce un premio compreso tra 1,50% e 1,90% a seconda del sottostante. Il secondo scenraio è relativo ad un deprezzamento della valuta superiore al 40% rispetto all'euro. Il certificato in questo caso non stacca il premio, che però viene memorizzato e sarà riconosciuto in una delle successive date di osservazione trimestrali qualora si verificassero la condizione di pagamento del premio.

 

 

Analizziamo ora le possibili opzioni a scadenza. Se la valuta emergente sottostante non ha toccato la barriera e, quindi, non si è deprezzata più del 40% nei confronti dell’euro rispetto alla data di valutazione iniziale, l’investitore beneficia della protezione condizionata del capitale e riceve il 100% del valore nominale, oltre a tutti i premi eventualmente non distribuiti in precedenza. In caso contrario, con sottostante cioè che abbia toccato la barriera, l’investitore registrerà una perdita attenuata sul valore nominale pari al deprezzamento della valuta emergente nei confronti dell’euro, solo per la parte eccedente la barriera del 40%.

 

 

“L’Effetto PLUS+ - ha affermato Vincenzo Saccente, co-head public distribution di Societe Generale in Italia, è un asso nella manica in più per chi si avvicina ad asset class interessanti in termini di rendimento ma storicamente molto volatili come le valute emergenti. Con questa emissione Societe Generale si è concentrata sulle valute di Russia, Sudafrica e Brasile, ma la nostra gamma offre la possibilità di prendere posizione anche su altri sottostanti”.

 

 

Di seguito i dettagli relativi ai nuovi prodotti di Societe Generale

 

MiFIDo di Te II: ETHENEA torna in aula

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L’arrivo della MiFID 2 e le relative implicazioni sui prodotti e sulla remunerazione hanno quasi monopolizzato i dibattiti tra operatori del settore, tralasciando le conseguenze che il 2018 porterà nel rapporto con il cliente finale. Nelle nuove ETHENEA Masterclass in nove città italiane dall’8 al 21 novembre, la casa di investimento lussemburghese affronterà, invece, proprio questo aspetto. Rocco Minnici, psicologo e SFERA Coach, spiegherà come rinsaldare (non riscrivere) la relazione consulente-cliente, spegnendo ogni potenziale focolaio di attrito attraverso il back-to-basic di un approccio tradizionale.

Lo stesso approccio che gli specialisti di ETHENEA spiegheranno essere efficace anche per l’attuale contesto di mercato. La prima tappa è a Padova l’8 novembre. Gli altri appuntamenti sono a Bologna (9 novembre), Milano (10 novembre), Torino (11 novembre), Firenze (15 novembre), Roma (16 novembre), Napoli (17 novembre), Bari (18 novembre), Ancona (21 novembre). Per assicurarsi un posto, basta cliccare sulla città di interesse o entrare nella pagina dedicata cliccando QUI.

Clienti attratti dal miraggio dei fondi "low cost"

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Per i consulenti finanziari italiani i risparmiatori nutrono aspettative di rendimento non realistiche, sono orientati eccessivamente al breve periodo e hanno ancora errate convinzioni sugli strumenti finanziari. Lo rivela un recente studio di Natixis Global Asset Management che ha intervistato 2.550 consulenti finanziari a livello globale, 500 dei quali in Italia, tra cui intermediari qualificati, consulenti indipendenti e wealth manager.

Stando allo studio, il 69% dei consulenti finanziari italiani ritiene infatti che gli investitori nutrano un falso senso di sicurezza rispetto agli strumenti passivi e quasi la metà (47%) crede che gli investitori non siano completamente consapevoli dei rischi associati all’eccesso di fiducia verso queste soluzioni di investimento. I risparmiatori sembrano attribuire agli investimenti passivi benefici che invece non hanno realmente, come la protezione dalle perdite o la gestione del rischio.

La ricerca evidenzia, inoltre, come gli investitori tendano a focalizzarsi solo sui costi e forse trascurino altri importanti fattori che possono aiutarli a raggiungere i loro obiettivi di investimento. "Come ben evidenziato dal recente Rapporto della Consob, molti italiani ignorano ancora alcune nozioni finanziarie di base, come il rapporto tra rischio e rendimento" afferma Antonio Bottillo (nella foto), country head ed executive managing director per l’Italia di Natixis Global Asset Management. "Tale dato, unito alla crescente complessità e volatilità dei mercati e alle problematiche previdenziali, sottolinea il ruolo chiave che consulenti finanziari, wealth manager e intermediari qualificati possono avere per una migliore pianificazione finanziaria".

Anasf, nuovo braccio di ferro per la vice presidenza OCF

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La partita per l'elezione del secondo vicepresidente OCF si avvicina ai minuti finali, ma il risultato è tutt'altro che scontato. E in gioco non c'è solo la rappresentanza Anasf all'interno dei vertici dell'Albo, ma anche la stabilità dell'associazione guidata da Maurizio Bufi. La scelta di un uomo "Mediolanum", che secondo quanto anticipato sarebbe il presidente del Collegio dei Probiviri dell'Anasf Maurizio Donato, non sembra essere più così scontata. All'interno della maggioranza dell'associazione, secondo quanto risulta ad Advisoronline.it, c'è chi presenta perplessità sulle candidature emerse e vorrebbe valutare ancora altre strade.

Proprio per questo è stata convocata per domani, mercoledì 5 ottobre, una riunione volta a individuare, eventualmente, un nome differente e non più necessariamente di Banca Mediolanum. Una scelta che, se fosse confermata, non sarebbe così indolore per l'associazione di categoria che potrebbe uscire dalla querelle sulla vice presidenza OCF con una maggioranza diversa rispetto a quella emersa al Congresso di Perugia: per portare ai vertici dell'albo un vice presidente non-Mediolanum servirebbero, infatti, i voti dei consiglieri che ad oggi non fanno parte della maggioranza.

Un risultato che porterebbe in Anasf nuovi equilibri interni. La riunione di domani servirà anche a capire se il cambio di maggioranza non sia un prezzo troppo alto per l'associazione che dovrà gestire, una volta nominato il vice presidente, il cambio di governance dell'OCF.

Efpa Italia: ecco i certificati per adeguarsi alla MiFID 2

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Efpa Italia dà appuntamento il 13 ottobre ai professionisti delle banche e ai consulenti finanziari per illustrare gli obiettivi ed programmi delle due nuove certificazioni EIA e EIP, due “entry level” studiati dall’associazione per essere compliant con le Linee Guida ESMA, che nell’ambito della MiFID 2 ha introdotto la distinzione tra gli operatori addetti al rilascio delle informazioni agli investitori attinenti ai prodotti ed i servizi finanziari e quelli abilitati a fornire consulenza. La conferenza si terrà presso il centro servizi BPM di via Massaua a Milano.  

Sono previsti gli interventi di: Aldo Vittorio Varenna (presidente di Efpa Italia), Emanuele Maria Carluccio (presidente Standards and Qualifications Committee di Efpa Italia), Giuseppe Capobianco (direttore generale dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari) ed Aida Maisano (responsabile di ABI Formazione).

A Lecce si conclude il corso Assoreti con un docente d'eccezione

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“Siamo molto soddisfatti di questa iniziativa: crediamo molto nella qualità del servizio e Nadia Linciano ha garantito formazione di eccellente livello. La competenza del consulente è uno dei plus del futuro”. Così Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, annuncia la conclusione del Corso di Formazione, organizzato da Assoreti Formazione e che farà tappa, il prossimo 28 ottobre, a Lecce. 

 

Nel comune pugliese si svolgerà, infatti, l'ultimo ciclo di appuntamenti dedicati al consulente finanziario e tenuto da una docente d’eccezione, Nadia Linciano (Responsabile Ufficio Studi Economici Consob).

Il corso dal titolo "I driver evolutivi del servizio di consulenza in Italia tra fenomeni congiunturali e profili strutturali", è valido 5 ore per il mantenimento della certificazione EFA ed è a partecipazione gratuita. L'obiettivo è quello di approfondire i tratti evolutivi del servizio di consulenza nel contesto economico e di mercato attuale, non tralasciando di analizzare i nuovi paradigmi della relazione tra bias comportamentali e robot advisory.

 

L'appuntamento è fissato per il 28 ottobre alle 9.30 presso la Dimora Storica Torre del Parco, sita in Viale Torre del Parco 1 a Lecce.


Equity, si guadagna con lo "snack"

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Il cambiamento dei consumi negli USA sta spingendo l'industria alimentare ad adottare profondi cambiamenti. I giovani della generazione millennial non si siedono a tavola per tre pasti completi al giorno, come facevano i loro genitori. Piuttosto si limitano al pranzo o alla cena, insieme a tre o quattro snack piuttosto consistenti. Questo nuovo modo di mangiare favorisce le azioni delle PMI del settore alimentare, che basano il proprio marchio sugli ingredienti di qualità e vendono attraverso canali non tradizionali.

 

Le società di maggiori dimensioni sono più lente nell'adattarsi. Alcuni leader nel settore degli snack stanno lanciando nuovi prodotti, come ad esempio verdure fritte (in sostituzione delle classiche patatine) e spuntini a base di nocciole, e stanno riposizionando le campagne pubblicitarie per enfatizzare la qualità degli ingredienti. Altre aziende hanno fatto ricorso a piccole acquisizioni mirate per soddisfare le nuove richieste dei consumatori.

 

Tuttavia, la maggior parte delle aziende alimentari di grandi dimensioni sono ben consapevoli degli svantaggi che derivano dal nuovo scenario competitivo, e si stanno focalizzando maggiormente sulla gestione dei margini di profitto per aumentare gli utili. Alcune ritengono che un processo di consolidamento su larga scala del settore sia il modo migliore per attuare tale strategia. Solo il tempo dirà se questi cambiamenti sono durevoli e se le grandi aziende nel settore degli snack sapranno adattarvisi.

 

*analista azionario senior presso The Boston Company Asset Management1 (BNY Mellon)

 

Banche: necessari nuovi tagli al personale

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Le banche italiane per affrontare la sfida del cambiamento in corso imposto dalle nuove regole e dal mutamento tecnologico "devono fare esercizio fisico al fine di perdere peso e recuperare agilità". Parola di Salvatore Rossi, direttore generale di Banca d'Italia, intervenuto alla Giornata del Credito, che per dimagrire non intende solo smaltire lo stock di crediti deteriorati, un processo che "richiederà inevitabilmente tempo", ma anche "dismettere le attività che non sono strettamente funzionali al mestiere della banca, così da concentrarsi sul core business; accrescere i livelli di efficienza e di produttività; utilizzare i risparmi di costo per aumentare gli investimenti, sia in tecnologia sia in formazione delle risorse".  

E quindi "accelerare la razionalizzazione delle strutture organizzative centrali e della rete delle dipendenze sul territorio". Rossi va subito al punto: saranno "inevitabili interventi sul personale". In quest'ottica, "si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali esistenti, il pensionamento anticipato finanziato dal fondo di solidarietà del settore per il quale è stato recentemente ampliata la possibilitaà di utilizzo; ma, se necessario, occorreranno interventi ad hoc" prosegue Rossi. Le banche dovranno nei prossimi mesi e anni risolvere "il problema dei problemi" (la bassa redditività) e riassorbire l'eccesso di capacità produttiva che si è determinato in questi lunghi anni di crisi.

L'obiettivo è "accrescere, innanzitutto, la capacità di resistere a shock esterni, a turbolenze sui mercati finanziari, in modo da continuare a sostenere l'economia anche in fasi avverse". Per favorire il recupero della redditività delle banche italiane serviranno delle aggregazioni "soprattutto fra banche di media dimensione dove le possibilità di sfruttare sinergie di costo e diversificare le fonti di ricavo appaiono più elevate".

ING pronta a licenziare 6.000 dipendenti

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Il gruppo bancassicurativo olandese ING ha annunciato il taglio di usai 5.800 posti di lavoro in Belgio e Paesi Bassi per ridurre i costi. In particolare, i tagli saranno di 2.300 unità in landa e 3.500 in Belgio. Allo stesso tempo la banca, presente in Italia con la controllata web ING Direct, ha deciso di incrementare gli investimenti sul fronte digitale a cui saranno destinati 800 milioni di euro.

ING a fine giugno contava 51.833 dipendenti. "La varie misure e le intenioni annunciate possono avere un impatto significativo su motli dei nostri colleghi. Significa che alcune funzioni cambieranno in modo radicale e che altre posizioni non ci saranno più".

Source e Rothschild lanciano un secondo Etf smart beta

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Source e Risk Based Investment Solutions, una società controllata interamente da Rothschild & Co group, raddoppiano con il lancio il Source RBIS Equal Risk Equity US UCITS ETF, secondo prodotto Rothschild RBIS disponibile sotto forma di Etf. Il nuovo prodotto è disponibile in dollari americani sulla borsa di Londra. Il primo prodotto Source R Equal-Risk European Equity UCITS ETF ha raccolto dalla data di lancio nel gennaio 2015, 137 milioni di euro e generato un rendimento pari al’11,4%, si legge in una nota.

Il nuovo Etf replica l’indice R Risk-Based US Equity con un’esposizione al mercato azionario statunitense ma con una volatilità inferiore rispetto ai tradizionali investimenti basati sulla capitalizzazione di mercato. In pratica, vengono scelti i primi 500 titoli a piú grande capitalizzazione di mercato e tra questi vengono selezionati 250 titoli considerati meno rischiosi (sulla base della loro volatilità e correlazione) e poi ponderati in modo che tutti contribuiscano con lo stesso livello di rischio. L’indice viene ribilanciato ogni mese e rivisto ogni trimestre.

Dal gennaio 2015 l’indice R-Risk Based US Equity con una volatilitá del 3% inferiore allo S&P 500, sta sovraperformando l’indice di riferimento (rendimenti annualizzati pari rispettivamente al 7.77% e 7.02%) e registrando dei rendimenti ponderati per il rischio migliori dello S&P 500 (Sharpe ratio pari rispettivamente a 0,62 e 0,45). Catherine Adibi di RBIS spiega: "Questo prodotto offre la stessa strategia innovativa e di successo dell’ETF europeo, ma con un’esposizione al mercato statunitense. I tradizionali metodi di selezione dei titoli trattano il rischio come una conseguenza accidentale del processo: l’ETF Source RBIS Equal Risk Equity US UCITS ETF invece utilizza il rischio come principale input nella selezione dei componenti, rappresentando cosí una strategia d’investimento efficace e con un comprovato track record.”

Pictet, tre anni per MAGO

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Terzo compleanno per MAGO. Il fondo Pictet-Multi Asset Global Opportunities (MAGO) ha festeggiato il suo terzo compleanno superando i 3 miliardi di euro di masse in gestione.

Il comparto, lanciato il 21 agosto 2013 ed in collocamento in Italia dal 23 settembre 2013, investe con un approccio bilanciato flessibile su tutte le asset class, regioni geografiche, settori e stili gestionali con l’obiettivo di perseguire un migliore profilo rischio-rendimento rispetto ad un portafoglio bilanciato tradizionale.

 

Così come riporta una nota stampa la performance annualizzata di MAGO nei tre anni terminati ad agosto è stata del 4,7% (classe R; il 5,7% per la classe P e il 6,1% per quella istituzionale) con una volatilità realizzata del 4,8% (simile a quella di un BTP a 7 anni). Entrambi i parametri rispettano gli obiettivi annunciati: un limite di volatilità del 5% e un’aspettativa minima di rendimento del 3% medio annualizzato, sull’orizzonte di tre anni.

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